Oggi sugli apparecchi acustici esiste ancora molta confusione, a volte generata da pregiudizi altre da informazioni incomplete o addirittura sbagliate. Per questo abbiamo raccolto alcune delle domande più frequenti che i nostri pazienti ci pongono sugli apparecchi acustici: speriamo che possano esservi utili per sciogliere tutti i vostri dubbi. Buona lettura!
Quanto costa un apparecchio acustico?
Senza avere prima un quadro audiologico completo è impossibile stabilire un prezzo specifico. Quello che bisogna innanzitutto considerare è che quello che si acquista non è solo un apparecchio acustico, ma la soluzione specifica al nostro problema di udito.
È quindi fondamentale il servizio, il lavoro che c’è dietro alla soluzione acustica acquistata. Di certo esistono soluzioni per tutte le tasche, ma queste devono sempre essere al passo con la tecnologia più recente.
La scelta di solito viene fatta in base a 2 fattori:
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Perdita uditiva.
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Esigenze di vita del paziente.
Un test dell’udito aiuterà l’audioprotesista ad avere un quadro audiologico completo: solo così potrà consigliare la soluzione acustica più appropriata al problema da risolvere e dare un’idea concreta della spesa economica da affrontare.
Posso acquistare solo un apparecchio acustico?
Molto spesso un apparecchio acustico solo non basta perché nel 90% dei casi la perdita dell’udito che si riscontra è bilaterale. Magari un orecchio avrà una perdita di udito inferiore o superiore rispetto all’altro, ma il problema nella maggior parte dei casi riguarderà entrambe le orecchie.
Il cervello ha bisogno di informazioni bilaterali: per questo motivo in caso di perdita uditiva da entrambe le orecchie è fondamentale avere due apparecchi acustici.
È vero che gli apparecchi acustici fischiano e danno fastidio?
Oggi non esistono apparecchi acustici che fischiano o che possono dare fastidio: se questi inconvenienti si verificano, significa che l’apparecchio acustico scelto non è all’altezza degli attuali standard tecnologici o che l’audioprotesista ha omesso alcuni parametri durante il settaggio del dispositivo.
Il fischio (definito “effetto Larsen”) un tempo nasceva da una dispersione dell’apparecchio acustico: la scarsa aderenza dell’apparecchio faceva sì che il suono riuscisse a trovare uno spazio per “uscire” dall’orecchio e rientrare nell’apparecchio; questo generava il fischio. Oggi grazie ai sistemi anti-feedback (ovvero anti-fischio) il problema è stato eliminato.
Anche per quanto riguarda fastidi di carattere generico, questi non si verificheranno se l’audioprotesista ha fatto uno studio corretto dello stato audiologico del paziente.
L’audioprotesista dovrà andare a verificare la soglia tonale come anche la soglia del fastidio (per approfondire, vedi l’articolo “Esame audiometrico: cos’è e in che cosa consiste→“): inserire questi parametri nell’apparecchio acustico fa sì che se il suono dovesse superare la soglia identificata, l’apparecchio sarà in grado di chiuderlo in modo che la persona non abbia fastidi.
È vero che l’apparecchio acustico impigrisce le orecchie?
L’apparecchio acustico non impigrisce le orecchie, anzi, fa sì che il nostro orecchio e il nostro cervello possano rimanere attivi e vigili. Studi scientifici hanno dimostrato che il cervello tende a spegnere alcune zone nel momento in cui il nostro udito non è più ottimale.
L’idea che l’apparecchio acustico impigrisca le orecchie nasce dal fatto che quando togliamo l’apparecchio torniamo di colpo a quello che era il nostro precedente stato uditivo e questo ci dà l’impressione di sentire meno. Ovviamente però si tratta solo di un’impressione: la nostra situazione uditiva infatti sarà ancora quella originale, ovvero quella che c’era prima di applicare l’apparecchio acustico.
Io ci sento ancora: perché ho bisogno di un apparecchio acustico?
Oggi molti pazienti non hanno difficoltà a sentire, quanto a capire le parole. Si può risolvere quasi ogni situazione uditiva, ma i risultati varieranno molto a seconda del quadro audiologico di partenza: è importantissimo quindi non trascurarsi e non aspettare di arrivare a una condizione uditiva peggiore.
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